Le parole sono importanti: modi di dire spagnoli e molto di più
I modi di dire spagnoli sono al centro di una nuova rubrica che sto tenendo, da qualche settimana a questa parte, sui miei social, ovvero Facebook , LinkedIn e Instagram.
Se mi segui già, sai che ho pubblicato diversi post riguardanti l’origine e l’etimologia delle parole.
Questo, perché? Perché le parole sono importanti: oltre a permetterci di comunicare quotidianamente, portano con sé tante storie, ricordi, sensazioni, emozioni, un mondo nascosto pieno di significati.
Da quest’idea, magari portata avanti con meno veemenza rispetto a Nanni Moretti in “Palombella rossa”, è nata la mia rubrica “Le parole sono importanti”. Sono profondamente convinta che conoscere l’origine e il significato più antico delle parole sia utilissimo per saperle. Nel mestiere del traduttore, poi, come del resto in molti altri, questo è imprescindibile.
Ecco, in breve, i post usciti finora per la mia rubrica, che trovate ogni venerdì suFacebook
LinkedIn.
MÁS VALE TARDE QUE NUNCA
Le sue lontanissime origini le dobbiamo a Diogene Laerzio (180 – 240), storico dell’Antica Grecia. Laerzio, arrivato già a età molto avanzata, decise di cominciare a ricevere lezioni di musica. Il suo maestro gli fece notare (la storia non racconta quanto diplomaticamente) che non era più tanto giovane per studiare il solfeggio, e fu lì che pronunciò la famosa frase che tutti usiamo oggi, anche in italiano con “Meglio tardi che mai”.
Anch’io vorrei avere quella grinta e mettermi a studiare, che so, l’arpa, solo per vedere la faccia di chi mi chiede se suono uno strumento musicale quando rispondo “Si, l’arpa a levette”.
QUIEN SE FUE A SEVILLA PERDIÓ SU SILLA
La traduzione letterale di questa frase sarebbe “chi è andato a Siviglia ha perso la sua poltrona”. In Italiano, potremmo trovare un corrispondente in “Chi va a Roma perde poltrona”. In Spagnolo però questa frase, che indica perdita di privilegi o valori dopo essere andati via, ha origine nel regno di Enrico IV di Castiglia (1425-1474). In quei anni l’arcivescovo di Santiago di Compostela chiese aiuto a suo zio, l’arcivescovo di Siviglia, per placare le rivolte della diocesi. Così l’arcivescovo di Siviglia partì per Santiago lasciando in carico la sua chiesa al nipote, che al ritorno dello zio non volle più cedergli la sua poltrona.
Vi siete accorti che, detta così, la frase sembra non essere giusta? Infatti la frase originale probabilmente era “Chi se n’è andato da Siviglia ha perso la poltrona” ma, come succede spesso, con l’evoluzione della lingua, la frase ha subito delle modifiche fino ad arrivare a quella che tutti usiamo oggi.
ESTAR EN SUS TRECE
In Spagnolo, quando qualcuno è testardo e non vuole demordere, si dice che “está en sus trece”, che letteralmente sarebbe “stare nei suoi tredici”. Dobbiamo quest’espressione al papa Benedetto XIII, detto anche papa Luna, eletto nel 1934 proprio nel mezzo di una lotta di potere fra diversi paesi che volevano far tornare la sede papale al Vaticano, dopo il suo spostamento ad Avignone. La nomina di Benedetto XIII andava in conflitto con quella di Bonifacio IX come Papa legittimo e così, dopo lo schieramento di Francia contro Benedetto XIII, questo si trasferì al Castello dei Templari (Peñíscola) da dove continuò a comportarsi come Papa nonostante tutte le pressioni che gli venivano fatte perché abbandonasse. Poco dopo cominciarono a usarsi diverse espressioni come “estar en sus trece”, “mantenerse en sus trece”, “quedarse en sus trece” riferendosi ovviamente al numero tredici del nome di quest’uomo che decise di non cedere nonostante tutto.
LLUEVE A CÁNTAROS
Probabilmente è il corrispondente spagnolo di “Piove a catinelle”. È una frase che si utilizza per indicare una pioggia fortissima, dato che il “cántaro” è una specie di contenitore, di terracotta, ceramica o metallo, più stretto sopra e largo sotto, per trasportare liquidi.
Io, nella mia Cuba di più di 20 anni fa, usavo tantissimo questa frase. L’isola è abituata ai cambiamenti di umore del cielo. Cammini e c’è il sole, poi cominciano ad arrivare i nuvoloni neri e hai giusto il tempo di metterti al riparo che ti sembra di ricevere addosso tutta l’acqua di questo mondo.
Per i bambini e i ragazzi cubani la pioggia così forte è un evento veramente divertente, perché ci si fa il bagno. E questa è una delle ragioni per le quali adoro il rumore e l’odore della pioggia. Mi riportano indietro, a quando, da bambina, correvo nel cortile di casa e saltavo sulle pozzanghere cristalline, appena create da un’acqua dolce, molto dolce, che cadeva dalle grondaie, come a creare docce giganti all’aria aperta.
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COMO PEDRO POR SU CASA
Questo modo di dire spagnolo, che letteralmente significa “Come Pedro a casa sua”, indica quando una persona ha un comportamento di confidenza in una situazione estranea. Inizialmente aveva una connotazione positiva, che indicava la capacità di adattarsi a situazioni nuove, ma oggi si usa di più per indicare l’eccesso di familiarità dimostrato da una persona in certe circostanze.
Ma non tutti quelli che lo usano conoscono le origini di questo proverbio.
La versione più diffusa è che dobbiamo questa frase fatta al Re Pietro I di Aragona, e più specificamente alla vittoria che, il 15 novembre di 1096, gli permise la conquista di Huesca, città musulmana che, grazie all’assedio e ingresso di Pietro I, passò a formar parte del Regno di Aragona.
A BUENAS HORAS MANGAS VERDES
Quando in Spagnolo si usa questa frase, si vuole far intendere alla persona che è arrivata che è troppo tardi, e ormai di lei non c’è più bisogno. Un po’ come dire che ormai la sua presenza è completamente inutile.
Nel 1476 i Re Cattolici crearono un corpo di polizia per custodire le strade e intervenire in caso di bisogno. In quegli anni sentieri e cammini erano invasi da criminali che rubavano, assaltavano, ecc., approfittando del momento storico. I soldati di questo improvvisato corpo di polizia usavano una divisa con colletto e maniche verdi, e arrivavano spesso molto in ritardo data la scarsità delle risorse per muoversi da un posto all’altro e anche perché erano contadini arruolati molto in fretta per fare da salvatori dei cittadini.
La storia racconta che molte volte arrivavano proprio quando era tutto finito e il problema era stato bene o male risolto dai cittadini della zona, che quando li vedevano arrivare dicevano “A BUENAS HORAS MANGAS VERDES”, che letteralmente sarebbe “A BUONORA ARRIVANO LE MANICHE VERDI”.
SALVADO POR LA CAMPANA
L’origine di questo proverbio è fonte di grande discussione, dato che si parla di ben due origini di cui, una più plausibile e l’altra anche un po’ macabra.
La frase, che letteralmente significa “salvato dalla campana” si usa per indicare un evento che ha evitato un compito molto noioso o impegnativo.
Probabilmente, questo proverbio ha origine dal pugilato. Nel XIX secolo, in Inghilterra, questo sport smise di essere “sport da cavalieri” per passare alle classi più basse in cui uomini molto forzuti combattevano anche in modo abbastanza brutale. Così, dovettero stabilire certe regole, tra cui il segnale di inizio e fine dei round attraverso il suono di una campanella. Quindi chi stava per essere pestato si salvava dal rumore della campana.
L’altra origine, che tanti studiosi contestano anche date le lacune storiche, ci porta a tempi antichi, in cui, dato che non c’erano tutte le tecnologie e conoscenze attuali, spesso le persone venivano sepolte vive per errore. Per evitare che succedesse ancora, decisero di seppellirle con una campanella in modo tale che potessero suonarla se per caso si svegliavano. In realtà, casi del genere si conoscono ma non in tempi così antichi, ce ne parla anche Edgar Allan Poe nel suo racconto horror “La sepoltura prematura”.
MARCHARSE A LA FRANCESA
Questa è un’espressione usata per indicare, a mo’ di critica, quando qualcuno va via senza neanche salutare e letteralmente significa “andarsene alla francese”.
Nella corte francese del XVIII secolo era consuetudine andarsene da feste e banchetti senza salutare e questo modo di fare era conosciuto come “Sans adieu” (senza saluti). La nobiltà si giustificava spiegando che era di cattivo gusto interrompere una conversazione solo per annunciare la partenza, oltre al fatto che non salutando si trasmetteva l’intenzione implicita di voler tornare a far visita al padrone di casa.
È evidente che questa usanza durò molto poco e che la corte francese tornò a salutarsi con un “arrivederci” prima di andare via da feste e cerimonie. Nonostante l’assenza dei social e di internet, pronti a viralizzare belle e brutte abitudini, questa moda arrivò subito a conoscenza dell’alta società di paesi come Spagna e Inghilterra che la catalogarono come “maleducata”.
Ecco perché quando qualcuno va via senza salutare diciamo che se n’è andato alla francese.
PONERSE LAS BOTAS
Quest’espressione, che letteralmente significa indossare gli stivali, si usa in Spagnolo per indicare che qualcuno ha mangiato troppo, oppure che si è arricchito o ha approfittato di qualcosa abbondantemente.
Il legame fra l’abbondanza e gli stivali proviene proprio dalle origini di questo tipo di scarpe. Inizialmente gli stivali venivano usati solo da persone abbienti, così i cavalieri che a tavola si potevano permettere un grande banchetto, perché avevano i soldi, erano facilmente identificabili dagli stivali che indossavano, che li proteggevano dal freddo e la pioggia, mentre gli altri portavano semplicemente sandali o scarpe leggerissime.
Da qui il significato dell’espressione: chi ha gli stivali può permettersi un ricco banchetto, magari anche a discapito di chi non li porta.
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EN BOCA CERRADA NO ENTRAN MOSCAS
Questa frase significa letteralmente “In bocca chiusa non entrano mosche”, ha le sue origini nel XVI secolo.
Si dice che in uno dei suoi viaggi, Carlo I, che aveva una malformazione alla mandibola e con il passare degli anni aveva sempre più la bocca semiaperta, decise di visitare Calatayud.
Mentre camminava per la città un cittadino gli disse “Maestà, chiudete la bocca che le mosche di queste terre sono impertinenti”. Da allora questa frase passò al dominio popolare degli ispanoparlanti per indicare a una persona di stare zitta.
IRSE DE PICOS PARDOS
Tale modo di dire si usa per indicare quando una persona esce la sera a bere e divertirsi o addirittura in cerca di qualche avventura amorosa.
La sua origine la dobbiamo, anche questa volta, a un re. Avete notato che tantissime delle frasi fatte in Spagnolo hanno un qualche rapporto con i reggenti di diversi periodi storici?
In questo caso si tratta di Carlo III. Ottimo governante, da quel che racconta la storia. Ebbene lui decise che le prostitute, per poter essere identificate meglio, la sera dovevano portare una gonna lunga con degli inserti a quattro punte (picos) e di color marrone (pardo).
Così quando qualcuno usciva la sera in cerca di amore a pagamento, si diceva che “se iba de picos pardos”.
Ovviamente oggi questa frase, come dicevo all’inizio, non ha più solo questo significato, ma si usa anche per indicare l’uscire la sera a bere e divertirsi, magari anche un po’ troppo.
EN MARTES, NI TE CASES NI TE EMBARQUES
Letteralmente, indica che di martedì non ci si sposa né si parte, si usa spesso per indicare che il secondo giorno della settimana non è il più adatto per intraprendere viaggi o prendere decisioni importanti, sia nella vita personale che professionale.
Le sue origini sono veramente antiche. Da tempo immemorabile il martedì è stato sempre considerato come un giorno funesto, adatto a conflitti, infortuni e guerre. Dobbiamo questa fama del martedì a Marte, il dio romano della guerra che, secondo i romani (estremamente superstiziosi) li aiutava a vincere le guerre ma, in cambio, ribaltava la sorte in vicende un po’ più mondane e meno belliche, per bilanciare la vittoria concessa.
Dobbiamo considerare che, nell’antichità, viaggiare non aveva le connotazioni attuali, quindi si trattava di imprese lunghe e difficili e lo stesso valeva per il matrimonio. La diffusione di questa frase fatta avvenne dopo il medioevo anche in Spagna, soprattutto perché di martedì si persero spesso battaglie importanti. Si sa, la superstizione spesso ci viene in aiuto per trovare spiegazioni che altrimenti non sapremmo dare.
DONDE FUERES HAZ LO QUE VIERES
Si tratta di un modo di dire che già solo in Spagnolo ha moltissime varianti e si usa per indicare che è buona norma conoscere e rispettare le usanze di un paese se vi si deve soggiornare per un lungo o breve periodo.
La frase originale in latino recitava: Cum Romae fueritis, romano vivite more (Se vai a Roma vivi come un romano) e fu utilizzata per la prima volta nel IV secolo da Sant’Ambrogio, uno dei fondatori della Chiesa cattolica attuale e personaggio molto influente nella lotta contro l’arianesimo e il primato del vescovo di Roma.
Con questa frase Sant’Ambrogio non voleva darci una lezione di empatia o senso civico, ma invitava i cittadini a rispettare e seguire solo i precetti della Chiesa cattolica romana. Con gli anni è diventata di uso comune in tutto il mondo, cambiando il suo significato e indicando che il miglior modo di integrarsi in una comunità è rispettare e adeguarsi alle usanze del posto.
Questa è una delle mie frasi fatte preferite e più usate dato che credo fortemente nel rispetto delle usanze altrui, e nei miei viaggi la ripeto anche a me stessa per cercare di capire la cultura e abitudini di chi mi trovo davanti.

NO DEJAR TÍTERE CON CABEZA
Cominciamo dicendo che quest’espressione ha origine nel libro non religioso più venduto e più tradotto al mondo: Don Chisciotte della Mancia (El Ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha).
Non è l’unica espressione che questo capolavoro ci ha regalato, infatti tuttora sono tantissime le frasi colloquiali che popolano la lingua spagnola grazie alla maestria del grande Miguel de Cervantes.
Ma torniamo a noi. No dejar títere con cabeza che, letteralmente, significa non lasciare burattini con testa, si usa per indicare quando qualcuno, infuriato, ha distrutto tutto quel che ha trovato o ha offeso e umiliato le persone che gli stavano intorno. Ma non sempre ha un significato negativo, a volte si usa anche per indicare quando una persona, con astuzia, riesce a lasciare senza parole chi gli andava contro.
Nel libro non compare la frase così come la conosciamo oggi, ma viene descritta in uno dei passaggi del volume II. Nella scena, Don Chisciotte, in preda a una delle sue allucinazioni, sguaina la sua spada e “lotta” contro le marionette dello spettacolo a cui assisteva.
NI CHICHA, NI LIMONÁ
DARLE UN CUARTO AL PREGONERO
HABLAR POR LOS CODOS
ARRIMAR EL ASCUA A SU SARDINA
ATAR LOS PERROS CON LONGANIZAS

A LA VEJEZ, VIRUELAS
AQUÍ HAY GATO ENCERRADO

DAR GATO POR LIEBRE
ARMARSE LA MARIMORENA

A OJO DE BUEN CUBERO