Le parole fanno viaggiare

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Ci sono molti modi per innamorarsi di un luogo e decidere assolutamente di volerlo visitare. Possiamo vederlo in TV, guardare qualche foto che ci passa davanti agli occhi sullo smartphone, sfogliare un catalogo di viaggi, ma secondo me niente fa più presa di una storia ben raccontata.

Mi è capitato spesso, ma penso di non essere l’unica, di sentire qualche amico raccontare una vacanza particolarmente interessante e pensare che prima o poi avrei voluto vivere la stessa esperienza. Ma devo ammettere che sentir raccontare un luogo da uno scrittore, in un libro, magari in una storia particolarmente intensa e toccante, è già un po’ come iniziare a viaggiare fin da subito. Mentre sfogli le pagine la tua mente è già lì, in mezzo alla giungla o all’oceano, di fronte a un bel panorama o nelle segrete di un castello. Quest’idea si è ripresentata tra i miei pensieri tornando a casa dopo le vacanze. Avevamo deciso di fare tappa a Matera proprio perché me ne ero innamorata leggendo “Cristo si è fermato a Eboli” di Carlo Levi e devo dire che le sue parole sono state una promessa mantenuta: questo paese meraviglioso non mi ha affatto delusa.

Le sue parole mi rimbombavano in testa da quando le avevo lette anni fa: l’immagine della forma dell’inferno di Dante, le strade che sono i tetti di chi sta sotto, pavimenti di chi viene fuori dagli usci bui. Avevo impresse nella mia mente le donne magre, con i bambini denutriti che, per fortuna, sono solo dei ricordi di un passato triste ma che bisogna non dimenticare, soprattutto perché ti fanno amare e ammirare Matera ancora di più e perché ci insegnano che le parole riescono a scuotere i sassi, riescono a smuovere gli animi e a fare i veri miracoli. Quelli che poi ci permettono di ammirare la bellezza di un posto così antico, così bello, così loquace.

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La lettura ci trasforma

Oltre a catturarmi, incantarmi e farmi viaggiare pur stando seduta, la lettura è sempre stata per me motivo di crescita personale, ma anche professionale. Mentre leggo studio, mi interesso al significato delle parole che non conosco, approfondendone le varie sfumature, ma mi soffermo a volte anche su quelle che conosco già, per scoprire mondi nuovi. Anche la mia rubrica del venerdì lo testimonia: quante storie e nuovi significati possono uscir fuori, anche solo scavando leggermente oltre la superficie delle parole, andando a ritroso nel tempo?

Penso che per un traduttore, come per tutte le professioni legate al linguaggio, leggere sia fondamentale: più parole abbiamo a disposizione, più riusciamo a trasmettere contenuti precisi e puntuali. Per questo, leggo principalmente nelle lingue con cui lavoro di più, lo spagnolo, l’italiano e l’inglese, e spazio da saggi a romanzi, sapendo che ogni lettura mi riserverà qualcosa di nuovo da imparare e conoscere.

La lettura ci forma

Che sia un nuovo luogo del cuore, come lo è stato in questo caso Matera, o un argomento professionale da approfondire, solo leggendo posso ampliare le mie conoscenze in qualsiasi direzione.

Un libro che ultimamente mi ha molto appassionata è “El infinito en un junco: La invención de los libros en el mundo antiguo” di Irene Vallejo, un saggio che parla proprio di libri. Il tema è la storia del libro, com’è nato, come si è diffuso, ma sarebbe stato impossibile in una narrazione di questo tipo non parlare di viaggi, luoghi, persone, protagonisti del passato e del presente. Insomma, un libro ma con tanti libri dentro.

Cristo si è fermato a Eboli

Insomma, mai farsi mancare un libro sul comodino, perché potrebbe essere l’origine di un viaggio o di un’avventura inaspettata. E voi, cosa state leggendo? Preferite i saggi o i romanzi? E siete della vecchia scuola, amanti esclusivi del libro di carta, oppure avete ceduto alla tecnologia e accumulate anche e-book?

Le parole fanno viaggiare

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