Il coccodrillo come fa?
Il coccodrillo come fa?
In Italia, ma non solo, l’unica risposta che viene spontanea è “non c’è nessuno che lo sa!”
Dalla prima volta che apparve allo Zecchino d’Oro nel 1993, questa canzone è entrata nella testa di tutti e lì c’è restata. In effetti, nessuno sa come faccia davvero il coccodrillo ed è un mistero con cui si sono misurati anche enti importanti, a livello linguistico.
In tempi recenti, girava voce che la parola corretta fosse il verbo onomatopeico “trimbulare”, che rievocherebbe i “suoni tremuli sia gravi che acuti” emessi dal coccodrillo. Ma l’Accademia della Crusca ha negato l’esistenza del vocabolo “trimbulare”, perché lo definisce un termine fantasma, mai entrato nell’uso comune. In effetti, qualcuno di voi ha mai sentito un coccodrillo “trimbulare”?
Anche la Treccani si è occupata dell’argomento arrivando alle stesse conclusioni.
Dobbiamo dunque rassegnarci all’evidenza.
“Il coccodrillo come fa” nella mia infanzia a Cuba.
Ho parlato un po’ della mia infanzia e adolescenza cubana nell’articolo “Il silenzio produttivo delle domeniche da freelance”, ma ci sarebbe un infinito numero di storie da raccontare, soprattutto quelle legate alle differenze culturali tra il mio mondo e la tradizione italiana.
La cosa curiosa, in merito a questa canzoncina, è che quando noi bambini cubani l’ascoltavamo, restavamo sempre un po’ perplessi. Su YouTube troviamo addirittura il video originale con la traduzione in spagnolo.
Ascoltando l’originale italiano, il ritornello suona molto simile a “el cocodrilo come Fa”, ovvero “il coccodrillo mangia Fa”. E per i cubani, Fa è un marchio molto diffuso di saponi e prodotti per la casa.

Quindi, al di là dei versi che faceva, sembrava a tutti un po’ strano che il coccodrillo mangiasse anche il sapone. Questo esempio così leggero testimonia come sia importante localizzare sempre il messaggio, in modo che l’utente finale, chiunque esso sia, dal bambino all’imprenditore internazionale, possa capire il vero significato di ciò che vogliamo trasmettere.
Ad esempio, sai che una cosa apparentemente banale come i versi degli animali va tradotta e localizzata a seconda della lingua di destinazione? Eh sì, perché anche loro si esprimono diversamente, o piuttosto, diversamente vengono interpretati dagli umani, a seconda del luogo in cui si trovano.
La traduzione delle onomatopee
Sebbene l’onomatopea sia, per definizione, una figura retorica che “riproduce, attraverso i suoni linguistici di una determinata lingua, il rumore o il suono associato a un oggetto o a un soggetto” (definizione da Wikipedia), è evidente che lingue diverse concretizzino il suono in parole diverse.
Sul sito dell’Associazione Nazionale Italiana Traduttori e Interpreti c’è un articolo che parla di questo, con esempi nelle varie lingue.
E c’è addirittura un sito che riporta una tabella con tutti i versi degli animali nelle varie lingue.
Ma anche qui, nessuna traccia del povero coccodrillo.

Sono Lourdes Miranda traduttrice professionista dal 2007. Sono specializzata in marketing e localizzazione di prodotti multimediali (siti Web, software e videogiochi). Scrivimi o chiamami per parlare del tuo progetto di traduzione: ti aiuterò ad espandere il tuo business all’estero nel modo più efficace!